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Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Anno 12° N° 43 Marzo 2003 Pag. 3° Autore: Paolo Cogorno


PSICOANALISI E UMORISMO

La metafora umoristica facilita la presa di distanza dai vissuti di pesantezza in cui l'Ego si sente coinvolto

Può sembrare strano parlare di umorismo nella situazione analitica, eppure mi è ben presente quanto la metaforizzazione legata ai cosiddetti "motti di spirito" di S. Freud, sia un potente strumento terapeutico e relazionale, strumento che cresce con lo svilupparsi della relazione. In questo articolo cercherò di approfondire alcune intuizioni che sembrano collegare circolarmente l'umorismo con lo spazio mentale-analitico, la capacità simbolica, la comunicazione col mondo onirico.
Possiamo considerare la metafora come uno dei pilastri dello sviluppo del linguaggio, essa contiene essenzialmente due termini: il metaferendo (la cosa che deve essere descritta) ed il metaferente (l'oggetto o relazione che viene usata per delucidarla), su un piano pratico è il definire qualcosa di nuovo "come se" fosse simile a … ; la metafora viene utilizzata moltissimo dai bambini per descrivere nuove situazioni, ma anche da adulti che devono identificare un termine che momentaneamente hanno dimenticato.
La metafora sposta il livello del pensiero su di un piano più astratto e potenzialmente fecondo nel generare associazioni e collegamenti tra il termine linguistico e situazioni molto più complesse, non esaustivamente descrivibili con il solo linguaggio.
Nella comunicazione umoristica la formazione e comprensione della metafora è di primaria importanza; la battuta "allude" ad una situazione e per la comprensione dell'allusione è necessaria la formazione di uno spazio "terzo" in cui il soggetto riesca a percepire se stesso, come altro dalla situazione oggetto, e quindi vedersi da osservatore esterno. Lo spazio in questione è fondamentale per stabilire il collegamento tra metaferente e metaferendo e su un piano più concreto ci offre la possibilità di ridere di noi stessi come "dal di fuori" , attraverso la complicità di un interlocutore.
La tensione verso un terzo punto è ben nota nello sviluppo teorico della psicoanalisi dialettica, indotta direttamente sia dai sogni che dalla natura stessa della relazione. Nella geometria euclidea, tre punti-vertice sono il minimo per la delimitazione di uno spazio e, per induzione, lo stesso postulato sembrerebbe riguardare anche lo spazio mentale.
L'accoglimento, la comprensione e l'uso dell'umorismo sono un importante indicatore qualitativo dello spazio mentale ora individuale ora condiviso.

Umorismo ed intelligenza
Non voglio assolutamente addentrarmi in una definizione dell'intelligenza; con questo termine non intendo ciò che misura il Test di Wechsler, la competenza verbale o la velocità con cui risolviamo dei problemi. Mi riferisco ad una facoltà che ha a che fare con le capacità associative, simboliche e con l'espressione creativa (con tempi di elaborazione relativamente lunghi) forse quanto di più distante dalla situazione dei test psicometrici conosciuti. "Intelligere" l'umorismo significa farne (consciamente o meno) un uso trasformativo, che possa potenziare la comunicazione. Intelligenza ed umorismo si collegano alla capacità di aprire questo spazio simbolico cercando di tenere la comunicazione distante dal concretismo e dall'egoriferimento.

Umorismo e Egoriferimento
E' importante considerare ed avere ben presente la dinamica dell'Egoriferimento: dinamica che ostacola la formazione del simbolo e sposta la comunicazione su di un piano concretistico; è esperienza comune che l'ego-riferirsi non aiuta la metabolizzazione del simbolo, e può bloccare la relazione in un rapporto di orizzontalità contrappositiva.
Peraltro la metafora umoristica, creando come abbiamo detto uno spazio esterno in cui viene rappresentata una situazione, facilita il prendere una distanza dai vissuti di pesantezza, in cui l'Ego si sente coinvolto. La finalizzazione di questa situazione rappresentata all'interno di uno spazio può prendere una direzione affermativa ed evolutiva, volta a facilitare la comprensione, alleggerendo l'egoriferimento che verrebbe elicitato attraverso altri canali descrittivi; in questo caso possiamo parlare di umorismo ironico. L'utilizzo dell'ironia nel rapporto analitico è salutare, apre l'uno e l'altro ad un canale trasversale nel quale i contenuti possono essere assorbiti ed elaborati, inoltre amplifica e sviluppa la capacità di produrre simbolo; se è presente sufficiente spazio simbolico, l'umorismo aiuta molto il lavoro di smantellamento dell'Ego.
La comunicazione umoristica avviene all'interno di una relazione ed è solo all'interno di questa che è possibile individuarne anche gli aspetti ombrosi e tutt'altro che evolutivi, mi riferisco al caso in cui l'umorismo si esprime piuttosto gratuitamente (quindi senza relazione al contesto) attraverso allusività statiche e ripetitive (come proverbi) che indicano più una povertà di creatività e di simbolo che altro.
La metafora umoristica diventa `sarcasmo' nel caso in cui la polarizzazione della comunicazione è di tipo aggressivo, il sarcasmo viene definito "pungente" o "sottile" in quanto difficilmente è greve o povero di metafora; scopo della battuta sarcastica, conscio od inconscio che sia, è la paralisi dell'altro, confermandolo in una identità priva di vie d'uscita, una sorta di "coazione a ripetere" senza possibilità di alcuna mutazione. L'aggressività si cortocircuita con una incapacità di amare quindi di entrare in relazione, il sarcasmo spesso è prerogativa di individui senz'altro intelligenti sebbene paralizzati dal loro narcisismo e dalla incapacità di entrare nella relazione fino in fondo.

Umorismo ed inconscio
A conforto di quanto stiamo dicendo, l'inconscio sembra produrre in maniera piuttosto autonoma (e spregiudicata) metafore umoristiche, intendo autonoma sia dalla personalità del sognatore che dal contesto che questi stia vivendo. I sogni umoristici provengono non infrequentemente da persone tutt'altro che "spiritose" ed in momenti di vita che si stenterebbe a definire "leggeri".
Questa considerazione dovrebbe far superare la concezione dell'umorismo-tratto di personalità, relegato ad una facoltà meramente psichica più che "spirituale", inoltre i sogni in questione non possono essere solamente letti (al ribasso) sotto il profilo della "compensazione" dei vissuti depressivi, quanto come amorevoli indicazioni sulle dinamiche psichiche da sciogliere e trasformare.
Voglio concludere con l'esplicita e seducente allusività di tre sogni Il sognatore A è invischiato con B in una relazione di forte interdipendenza, anche se B apparentemente sembra essere la trainer del gioco del "tira e molla" che si consuma tra i due:
- " Sono bloccato con la macchina nella neve e nel ghiaccio, tiro fuori le catene da montare sulle ruote ma non ci riesco, sono catene "tradizionali" e non trovo quelle per i pneumatici. A quel punto arriva inaspettatamente B che con tono ironico dice:
"Ma che belle catene che hai, sembrano proprio nuove ! …. Dove le hai comprate ?
….." Il sognatore è un individuo molto nevrotico e narcisista, ha molta cura del suo aspetto esteriore … " Mi sveglio senza il mio pene, lo cerco nella stanza, cerco di riattaccarmelo ma non ci riesco, mi accontento di appoggiarlo sul comodino del letto, vedo anche una specie di fondina di cuoio fatta con la sua forma, nella quale decido di custodirlo … come una pistola, è una magra consolazione " Una persona alle prese con l'arrivismo egoico...
"Sono da solo in un campo di calcio, cerco più volte di fare goal ma appena tiro il pallone la porta si sposta a lato …"


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